Artisti eclettici dalla forza comunicativa prorompente, spacciatori di visioni oniriche tra l'assurdo e l'ironico, sono loro i fautori della Lowbrow Art o Surrelismo Pop. Illustratori, fumettisti, digital artists, tatuatori, decoratori di "hot road", che si dedicano ad un'arte alternativa, volutamente "low", lontana dai sistemi del mercato dell'arte, talvolta sfrenatamente kitsch, macabra e sarcastica.
È tra la musica punk e i roboanti bolidi americani che prendono vita provocanti bambine dalla pelle algida, sadici animaletti, giocattoli inquietanti, demoni e spiritelli pseudo-umani. Atmosfere oniriche e al comtempo ludiche e puerili, ricreate con colori accesi e con stile fortemente decorativo mettono in scena "teatrini gothic revival" dove Santa Claus lotta con un inferocito bianconiglio di Lewis Carroll, scheletri danzano a ritmo di valzer, mentre peluche dai denti aguzzi vengono coccolati da bambine ragno. Eros e thanatos magicamente si mescolano in una miscela esplosiva di culture: la Street culture, il pop puro, la tatoo art, i manga fino ai video games. Quello che vediamo non è altro che un mondo visionario che immerge le proprie radici nel passato, tra gli oli di Hieronymus Bosh, pittore della follia e dell'incubo, di Albrecht Durer e di tanti surrealisti quali Salvador Dalì, Andre Masson, Magritte, Max Ernst.
Una corrente artistica, quella della Lowbrow Art, che nasce negli anni Settanta nella California underground con epicentro a Los Angeles. L'ufficializzazione e quindi la crescita del movimento avviene però solo nel 1994 con l'uscita della rivista Juxtapoz diretta appunto da Robert Williams, al quale si deve l'invenzione del neologismo autodenigratorio; in un articolo pubblicato nel 2006 si racconta che, nel 1979, Gilbert Shelton (l'ideatore dei famosi Freak Brothers) aveva deciso di pubblicare un libro sulle opere di Williams, ma poiché nessuna istituzione ufficiale riconosceva all'epoca la sua arte, decide di usare il titolo "The Lowbrow Art of Robt. Williams". Il termine lowbrow venne pertanto usato da Williams in contrapposizione a highbrow che in inglese colloquiale significa intellettuale o cultura alta.
Accanto ai fautori, Robert Williams e Gary Panter, si contano centinaia di artisti, alcuni dei quali di fama internazionale come Ray Caesar, Sas Christian, Mark Ryden, Tood Schoor, Jeff Soto, Gary Baseman, l'italiana Nicoletta Ceccoli e altri semisconosciuti di grande e sorprendente talento.
Artisti che amano la sperimentazione iconografica e non solo, basti pensare alle erotiche pin-up di silicone e fibra di vetro di Colin Christina, oppure le polimateriche bambole, se così si possono definire, di Scott Radke realizzate con tele, corde, argille e rametti del fiume Cuyahoga, e infine gli insetti e i teschi biomeccanici di Christopher Conte, realizzati con materiali di scarto come parti di macchine da cucire in disuso e strumenti di misura vintage.
Di fronte a tanta ricchezza creativa è sorprendente notare la sfrenata libertà di pensiero, l'assenza di ogni controllo esercitato dalla ragione, al di là di ogni preoccupazione estetica o morale.
Si tratta di ARTE.
Si tratta di Fantasia pura.
Quella Fantasia, come ci insegna Bruno Munari, che è libera di pensare qualunque cosa, anche la più assurda, incredibile, impossibile.
A cura di Simona Negrini
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