Accrescere, Sorgere, Elevare, Procurare... sono questi i molteplici significati del FUNDRAISING: l'arte d'insegnare alle persone la gioia di donare (Henry Rosso).
Mentre il mondo si evolve rapidamente, grazie alle grandi rivoluzioni scientifiche e tecnologiche, alcune di portata epocale, sempre più evidente è il costante e preoccupante arretramento del Welfare State, per non parlare poi della debolezza delle politiche culturali e la scarsità delle risorse economiche ad esse destinate. Per una società civile, che concepisce il Sapere come fonte di ricchezza e di crescita, è necessario investire sul capitale sociale, quindi sviluppare al massimo le potenzialità straordinarie del fundraising, che non è solo "to raise", ossia sviluppare i fondi necessari a sostenere un'azione senza finalità di lucro, ma una vera e propria forma d'arte che abbraccia il mondo del sociale e oltre. Un'arte che dà la possibilità alle persone di dare ad un'organizzazione no profit ciò di cui questa ha bisogno: tempo, beni e servizi, denaro, know-how, collaborazione.
LE SCUOLE IN EUROPA E IN ITALIA
Nato storicamente in Europa, il fundraising si è diffuso maggiormente negli Stati Uniti grazie a Henry Rosso, fondatore della prima scuola di fundraising. Basti pensare che qui l'Associazione dei Funraiser (AFP) conta ben 25.000 iscritti. In Italia solo nel 1999 nasce The Fund Raising School, per iniziativa di AICCON, con sede presso l'Università di Bologna sotto la direzione scientifica di Pier Luigi Sacco e con il contributo dei maggiori Fundraiser italiani. Oggi i professionisti del fundraiding, sempre più numerosi e appassionati, bussano alla porta delle grandi aziende, delle fondazioni bancarie e dei donatori privati, portando con sé obiettivi, bisogni, interessi chiari, ma anche grandi ideali e soprattutto una grande determinazione.
CHI È IL FUNDRAISER
È veramente molto difficile, e a mio parere semplicistico, descrivere in poche parole come si sviluppa un progetto di fundraising, le strategie da attivare sono tante e richiedono specifiche conoscenze sia della Old Economy sia della New Economy, e non solo. Esistono azioni di natura materiale, come analizzare i mercati, scrivere una lettera ad un'azienda, individuare obiettivi e missioni, e di natura immateriale che riguardano le relazioni ed i legami con i donatori. Ecco allora entrare in campo il FUNDRAISER, cioè colui che deve saper gestire le relazioni, deve avere competenze nella gestione del database attraverso strumenti informatici e un'ampia conoscenza di tutte le modalità per raccogliere fondi (direct marketing, telemarketing, e-mailing, web marketing, face to face).
L'USO NEL NO-PROFIT E NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Se fino a qualche anno fa erano solo le organizzazioni private no-profit ad utilizzare le potenzialità del fundraising, oggi anche gli enti pubblici e le pubbliche amministrazioni hanno iniziato ad avvicinarsi a questa professione, che ha conquistato organizzazioni culturali quali musei, biblioteche, teatri e si pone, per le amministrazioni pubbliche, come strumento strategico per la sostenibilità delle politiche culturali strettamente legate allo sviluppo del territorio.
RISORSE SUL WEB
Il primo testo in Italia dedicato in maniera specifica al fundraising culturale e all'esplorazione delle sue potenzialità è stato curato da Pier Luigi Sacco nel 2006. Qui il tema della sostenibilità e dello sviluppo della cultura è interpretato con un approccio innovativo che vede il fundraising come strumento strategico in grado di attivare forme creative e innovative di partecipazione e di scambio sociale.
Per chi poi volesse conoscere e approfondire la materia, consiglio il Festival del Fundraising, un importante occasione di formazione e informazione all'insegna dell'innovazione e della sostenibilità.
Di seguito alcuni siti consigliati, oltre a quelli già linkati all'interno dell'articolo:
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