Nelle sue opere pittoriche e ceramiche confluiscono due percorsi di studio: il sapere tecnico e l’amore per l’arte orientale. I soggetti del mondo animale e vegetale, trovano una collocazione nei paesaggi astratti. Alberi, uccelli, fiori, fili d’erba, pesci e più raramente uomini, sono avvolti in una luce che è un’aura magica. Un mondo ai suoi albori o ritrovato in un sogno ma sempre prezioso nei suoi colori, tessuti, frammenti di materiali, collage. La scrittura, che sempre si accompagna alla pittura, completa e arricchisce le opere. È lo stesso mondo naturale che compare di nuovo nelle ceramiche, dove la tecnica raku permette di ottenere superfici preziose e sfumature imprevedibili.
Vi presento Laura Giusti.
Che cosa fai? Come ti definisci?
Sono pittrice e ceramista con un confine molto labile tra le due arti: le mie immagini a volte prendono forma sulle tele e a volte nella creta.
Collabori con qualcuno?
No, ho bisogno di essere sola per lasciare uscire quello che ho dentro.
Cos'è per te l'arte?
E’ espressione, liberazione, denuncia, bellezza, passione…la lista è lunghissima.
Cosa ti fa capire se un'idea è valida?
Se arriva il momento in cui dico “ok, è finita” e mi sento a posto, allora è valida…per me!
Quando e come hai iniziato a vederti come un'artista?
Non è esattamente così che mi vedo…non penso di me “sono un’artista”, sono una persona che ha bisogno di esprimersi attraverso certi canali, certi modi.
Come si deve valutare un'opera artistica?
Sicuramente dalle emozioni che trasmette, poi si può parlare di tutto il resto ad un livello più razionale.
Si compra l'opera o l'artista?
Se un artista viene comprato è la fine, ma questo vale per qualsiasi persona no?
Nella tua bottega svolgi attività per i più piccoli?
In occasioni particolari.
Quale dei tuoi lavori è quello che più ti piace?
Mi piacciono i miei sassi raku, c’è una pulizia formale e concettuale che mi fa stare in pace.
Quale consiglio daresti a chi inizia adesso?
Il consiglio che è stato dato a me: se ci credi il 100% dai il 100% di te.
A cura di Stefano dal Ceredo,
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